Miele

Il miele

miele3Il miele è una sostanza alimentare zuccherina prodotta dalle api operaie che suggono il nettare di fiori o  piante, lo bottinano e trasformano, trasportandolo poi fino all’alveare dove lo depositano. Veniva usato sin dai tempi remoti per dolcificare cibi e bevande in quanto lo zucchero, pur se conosciuto, si usava solo in farmaceutica e in piccole quantità. Si usato in cucina, in pasticceria e in medicina e comunemente anche come conservante di altri alimenti.
Secondo la leggenda Zeus era detto melisseo perché nutrito durante l’infanzia con il miele.
In commercio: 
Il miele può essere a consistenza fluida o densa. Talvolta cristallizza provocata da un  abbassamento di temperatura, ma basta tenere il vasetto in acqua calda perché si liquefi di nuovo. Va conservato a temperatura ambiente. Con la denominazione di “vergine integrale” si intende il miele purissimo, che non ha subito trattamenti di nessun genere. Il miele cambia composizione e colore, sapore, profumo e densità a seconda del tipo di fiore da cui proviene il nettare; inoltre mantiene le proprietà della pianta da cui proviene. Si dice monoflora il miele prodotto dal nettare di un’unica varietà di piante e, a sua volta, si può distinguere in aromatico e non aromatico. Il miele millefiori, molto comune, è invece prodotto con il nettare proveniente da vari tipi di piante. I tipi più conosciuti e diffusi di miele monoflora sono i seguenti.: Abete – Acacia – arancio – castagno – colza – corbezzolo – erica – eucalipto – fiordaliso – girasole – lavanda – mandorle – origano – pitosforo – rododendro – rosmarino – tarassaco – tiglio – timo – trifoglio – millefiori.

Valore nutrizionale: 
Il miele, grazie alla sua azione energetica è da considerarsi un alimento ad alto valore nutrizionale. Il miele giunto a maturazione comprende, in media: acqua 20%, glucidi 78%, proteine 2%, altre sostanze in minima quantità. Il miele fornisce 300 Kcal ( di rapida utilizzazione) per 100 g di prodotto assunto.

In cucina:
Lo zucchero previsto dalle ricette può essere sostituito con la stessa quantità di miele, avendo però l’avvertenza di diminuire gli ingredienti liquidi o grassi di circa 1/3 del peso del miele (per esempio, con 100 g di miele togliere circa 20 g di burro o latte). I dolci al miele non vanno cotti nel forno troppo caldo (non oltre i 180°C). Infine preparando gelati, sciogliere il miele in un po’ di acqua o latte prima di aggiungerlo agli altri ingredienti, tenendo anche presente che richiede più tempo dello zucchero per solidificare e temperature più basse.

Per le preparazioni salate il miele contribuisce a dare un gusto agrodolce.

Il miele nelle Marche:
L’antica usanza dei bugni rustici a ridosso delle abitazioni rurali, si è affinata, prima con la creazione dell’arnia marchigiana, ormai obsoleta,  poi con i moderni strumenti ed attività didattiche d’allevamento. Le colline marchigiane, intensamente coltivate con leguminose foraggiere, sulla e lupinella, forniscono alle api grandi quantità di nettare. La sua qualità è legata non poco ad un’erba infestante, stachis o erba della Madonna.  Il miele è dolce, poco aromatico e di colore chiaro, ricercato anche per ingentilire altri di meno valore. Tra i tanti tipi di prodotti in regione, sono pregiati i Millefiori delle Marche, poliflora, da scoprire ogni volta per la loro personalità sorprendente e variegata. Più d’altri, infatti, sono legati alla multiforme composizione botanica e all’andamento climatico stagionale. Cambiano aroma e gusto ogni stagione, così come cambia la varietà della flora, e , quindi, la proporzione dei nettari raccolti e miscelati dalle api. Un miele poliflora è sempre diverso. Tra i monoflora spiccano il miele di melata, ricavato per lo più da melate di quercia, ricchissimo di minerali e di potassio, d’acacia e di girasole.
Un uso antico abbina il miele marchigiano, tiepido, al formaggio di fossa.